PEMBERTON...

BYE BYE PEMBERTON...
                                                                                                                martedì 8 febbraio 2011

















                                                              
Tre mesi esatti fa, io e il buon Victor entravamo a far parte della pacifica comunità dell'Ostello con la convinzione che non saremmo durati una settimana, troppo puzzolente la camera, troppo sporca la cucina, troppi pochi bagni, ora tre mesi dopo ci prepariamo a fare le valige con un pò di tristezza dentro.
Già, questo posto abbandonato da dio, questo ostello sporco, puzzolente e pieno di problemi, sono riusciti a conquistarci. O meglio, la gente di questo posto, di questo ostello ci ha conquistati.
Ognuno di questi ragazzi ci ha insegnato qualcosa, ognuno a modo suo.
I disagi iniziali non erano altro che uno specchio, una volta rotto quello ci si è aperto un mondo meraviglioso, una vita meravigliosa, la vita senza stress, senza impegni, senza televisione spazzatura o gossip, senza oggetti superflui, senza doversi farsi belli per forza, senza gli imput della società,senza i confort che ogni giorno ci rendono un pò più pigri, senza politica nauseante, senza scioperi o blocchi del traffico.
Senza più maschere.
Qui ognuno è libero da qualsiasi laccio, libero dai legami e dalle amicizie da mantenere, dai parenti da fare sempre contenti, dai mille giri da fare il sabato mattina, dai programmi televisivi che sostituiscono le discussioni alle nostre cene.
Dai mille volti che ogni giorno siamo costretti a mostrare.
Qui si è sè stessi, nessuno ti giudica ed ognuno ha una storia da raccontare, si è liberi di dire quello che si vuole, non cè la paura che qualche nazi esaltato ti riempa di botte o che qualcuno ti guardi male.
In questo ostello si fondono ragazzi da mezza Europa, ognuno con la cultura e il modo di vedere il mondo che il suo paese gli ha insegnato e quando si inizia ad ascoltare al posto di giudicare, si scopre che ci sono molte più cose da imparare che da insultare.
Ci mancherà questo ostello e ci mancheranno questi tre mesi di vita pazza e genuina, dove ogni momento è buono per innescare una festa, dove alla mattina si vedono i canguri tornare nel bosco, dove le aquile ti volano sopra la testa e di notte quando non ci sono le nuvole si vede la via lattea nel cielo, uno spettacolo davvero, dove non smetti mai di conoscere gente e dove ci sono i sorrisi, i sorrisi signori!... Non ero più abituato a vederne tanti! Guardatevi attorno durante il giorno, quanti ne vedete... Qui è pieno e ogni sorriso ricevuto e uno ricambiato.
Qui come buona norma nella compagnia abbiamo dato un soprannome a tutti, e non conto più le volte che temevo di morire dal ridere, sono emozionato per il viaggio che stiamo per iniziare e la mia volontà spinge da quella parte ma spero davvero che la prossima tappa del mio viaggio sia emozionante come lo è stata questa. Vorrebbe dire che ne è valsa la pena.
Questo week end ci appresteremo a fare una festa degna della bellezza di questo posto. Ci sarà da divertirsi una volta di più.
Lunedì saluteremo Pemberton, in compagnia di Damien e Morgan che condivideranno con noi i circa 5000Km che ci separano dalla costa Est, con il loro Van che dà molte più preoccupazioni della nostra macchina.
Goodbye Pemberton...
Ci sentiamo in viaggio!...
 


          

                                             
                                                                            
                    
martedì 18 gennaio 2011

ESPERIENZE...

Nel bagaglio di esperienze racchiuse in un'avventura tanto lunga e complessa come questa, bisogna rassegnarsi ed accettare il fatto che non tutte saranno per forza positive e non mi riferisco al semplice trovare il cesto del mangiare invaso dalle formiche, o la camera immersa in odori imponderabili o i piedi già sporchi appena finita la doccia perchè cè da attraversare ogni volta un piazzale di ghiaia. Quella è routine, mi riferisco ad esperienze più dure, che in qualche modo ti fanno pensare e perchè no, maturare un pò anche.
Qualche giorno fà, è accaduto un fatto curioso qui nella pacifica comunità dell'Ostello, io non ero presente, ma mi è stato riferito. Un fatto più unico che raro in Australia, che probabilmente non mi capiterà più di sentire, però è stato sufficente per darci da pensare un pò a tutti e per farci provare nostalgia di casa per qualche minuto.
In un paese piccolo come questo le facce note le conoscono tutti, per facce note intendo tutti quegli australiani che lavorano con noi nelle Farm, datori di lavoro, supervisori o semplici operai che siano, talvolta si immergono in mezzo a noi durante il barbecue del sabato sera, bevono e scherzano e poi tornano tranquilli alle loro case, è un pò come una pacifica invasione di campo.
Agli Australiani piace bere, bere molto e questo lo avevamo capito da tempo, però cè come una sorta di patto non scritto tra noi e loro, che consiste nel non crearsi problemi a vicenda, lavorare armoniosamente insieme ed evitare qualsiasi tipo di conflitto.Ciò è molto semplice da spiegare, noi dipendiamo da loro, ogni singolo Backpacker che vive a Pemberton ha bisogno di soldi, ma soprattutto dei tre mesi nei campi per il secondo visto e loro hanno estremo bisogno di noi, perchè pochissimi australiani sono disposti a lavorare in settori agricoli e probabilmente Pemberton, senza quel centinaio di ragazzi che ogni giorno affolla il supermercato, il general store, l'alcool shop e i terreni agricoli nei dintorni probabilmente scomparirebbe, o per lo meno si troverebbe privo di manodopera.
Ora fatta la dovuta premessa, una sera come tante un'australiano, che tra l'altro lavora con me, ubriaco come sempre, era qui all'Ostello che chiaccherava con dei ragazzi estoni, ciò che di preciso è successo non lo sò, fatto sta che ad un certo punto ha iniziato ad urlare cose del tipo "tornatevene da dove siete venuti!" o "Andate via dall'Australia!" o "Voi non dovete stare qui!", ecc, ecc.
Io non ho assistito alla scena, ma quando ma quando ne sono venuto a conoscenza un velo di tristezza, rabbia e voglia di tornarmene a casa mi ha accompagnato per tutta la giornata e questo era visibile in tutti i ragazzi con i quali ho avuto modo di parlare.
Per un'attimo non ero più un'italiano in Australia, ero un albanese in Italia, un turco in Germania o un moldavo in Francia, per un attimo sono diventato un'immigrato, mi sono sentito non voluto, in un paese sconosciuto lontano mille milglia da casa, ed è bastata una cavolata come questa, per un fatto tra l'altro neanche accadutomi personalmente, che probabilmente mai era successo prima d'ora e che mai più accadrà.
E per un attimo, un attimo soltanto, prima che l'ipocrisia tornasse a velare i miei occhi, come ogni giorno vela gli occhi di tutti noi, ho capito che si prova ad essere diversi, o capito che si prova a sentirsi rifiutati e non voluti in un paese straniero, nonostante la buona fede e l'impegno quotidiano e signori, è stata davvero una delle peggiori sensazioni provate in vita mia.
Ma grazie a dio qui siamo in Australia, la faccenda è stata presa molto sul serio, il ragazzo, (trenta e più anni), è stato sospeso dal lavoro per qualche giorno, si è scusato e ora festeggia nuovamente in mezzo a noi, la cosa è stata dimenticata da tutti e giustamente archiviata come "l'eccezione che conferma la regola".
L'Australia è un paese assolutamente accogliente, tutti ti porgono il saluto e raramente ci si sente guardati come diversi, però probabilmente questo fatto doveva accadere, per farci capire, per renderci consapevoli e magari per toglierci un pò di quel velo di ipocrisia che ogni giorno copre i nostri occhi.

Ora i lascio alle foto del nostro super acquisto!, 1700$ per una station wagon del 1998 con circa 300000Km e compreso nel prezzo un sacco di oggettiper il campeggio, (tenda, sedie, fornelletto, ecc). Qualche problemino ce l'ha, il baule resta aperto solo con l'ausilio di un legno e il finestrino del passeggiero è rotto, però la meccanica è perfetta, pronta per farci fare il giro dell'Australia!
Felice anno nuovo a tutti!
Al prossimo aggiornamento...
                                                   Ford Falcon Forte Station Wagon



                                                                                                                                                                        
                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                




 martedì 21 dicembre 2010
NUOVE CONOSCENZE...
La prima sensazione arrivati a Pemberton era stata quella di essere completamente fuori dal mondo, senza nulla da fare se non lavorare. Ora, ciò è assolutamente vero, fino a che non si trova un mezzo di trasporto con il quale potersi muovere.
Trovare le persone giuste al momento giusto è stato un bel colpo di fortuna.
E' successo che ci sono capitati in stanza tre nuovi ragazzi francesi, Vincent, Damien e Morgan, gli ultimi due viaggiano insieme con un Van, mentre l'altro si è aggregato qui a Pemberton. Beh insomma, sarà stato che il loro inglese è peggio del nostro, sarà stato che abbiamo fatto amicizia in fretta, sarà stata simpatia a pelle ma hanno cominciato ad invitarci a girare con loro.
Due posti davanti e un unico letto dietro, nel quale stare in tre, talvolta in quattro, non esattamente comodo e non esattamente legale, ma in perfetto stile libertà e avventura.
La prima volta che abbiamo avuto il piacere di viaggiare assieme è stato due sabati fa, c'era il Festival delle ciliegie a Manjimup, che è il paese più vicino al nostro, anzi è l'unico paese vicino al nostro perchè gli altri distano almeno un'ora di macchina. A Manjimup ci si arriva in venti minuti e in venti minuti si ritorna anche ed è esattamente ciò che ci è successo visto che al nostro arrivo abbiamo trovato la spiacevole sorpresa che il Festival era a pagamento. Trenta Dollari per una sagra di paese! E dal momento che quello era l'evento più "In" nel raggio di 200Km ce ne siamo ritornati all'ostello.
Il giorno seguente è andata decisamente meglio, destinazione, Bicentennial Tree, nel cuore del Warren National Park. Il Bicentennial Tree è un albero, ce ne sono un'infinità qui di alberi, ma quello è speciale, e non solo per il fatto che ha più di duecento anni, o per il fatto che è alto settantuno metri, a Verona pochi edifici arrivano a quell'altezza, è speciale soprattutto perchè qualche "Ozzy", (si chiamano così gli australiani), ha avuto la brillante idea di costruirvi attorno una scala, conficcando nel tronco una serie di ferri che salgono a chiocciola fino alla cima. A questo punto i coreani direbbero Oooooooooh!... se non fosse per il fatto che il simpatico Ozzy ha dimenticato, o forse semplicemente non ne aveva voglia, di costruirvi attorno anche qualche protezione degna di quel nome, se non una ridicola retina metallica che dava l'idea di rompersi a guardarla.
Il risultato? Un lavoro che apparentemente non sembrava esser stato calcolato da un'ingeniere con la sovraintendenza dei beni forestali, però è stata senza ombra di dubbio un'esperienza tanto adrenalinica quanto pericolosa, in Europa non si vedrebbe mai niente di simile, nessuno che controllava e solo un piccolo cartello ad avvisarti che se per caso schiattavi cadendo da cinquanta metri erano cazzi tuoi. Ne è valsa sicuramente la pena, dalla cima ci si rendeva conto di quanto è selvaggio questo Paese, foresta a perdita d'occhio in ogni direzione e nessun segno di civiltà.
Questo Sabato invece ci siamo spinti fino all'oceano. Avevamo un sacco di scelte a nostra disposizione, chiaramente siamo finiti in una spiaggia nella quale era impossibile fare il bagno perchè piena zeppa di scogli e con una corrente molto forte, però "fortunatamente" tirava una bella arietta fresca, quindi difficilmente avremmo fatto il bagno anche fossimo stati da qualche altra parte. La spiaggia in questione si chiama Windy Harbour, già il nome doveva darci l'idea del clima che avremmo trovato, però regalava alla vista uno spettacolo meraviglioso e il solito senso di selvaggio che qui ti circonda non appena metti piede fuori da un centro abitato. Anche questa spiaggia è all'interno di un parco nazionale, però qui ve ne sono un pò d'appertutto, non è come da noi, in Australia si ragiona al contrario, è come se tutto tutto il Paese fosse un'enorme parco nazionale che ogni tanto si interrompe quando trova tracce di civiltà per ricominciare subito dopo sotto un'altro nome.
Qui l'uomo da l'idea di essere ancora un ospite.
Possiamo dire che il nostro viaggio si sta evolvendo, per fortuna direi, perchè era un mese che eravamo bloccati qui senza possibilità di spostamento e muoversi da un senso di libertà assoluto, la quinta essenza della libertà la chiamerei, talmente elevata da contenere al suo interno anche lati oscuri, perchè quando sei fuori dal mondo, immerso nella natura, senza anima viva, senza segnale sul cellulare e con il primo ospedale a più di cento chilometri questa libertà va maneggiata con cura.
Ma si sà, ogni medaglia ha due lati e poi sinceramente non darebbere lo stesso gusto viaggiare senza questa velata sensazione di pericolo.
Per Natale non abbiamo ancora un programma, work in progress, qualcosa faremo, l'ultimo invece sarebbe bello passarlo in spiaggia ma probabilmente non avremo una meta se non all'ultimo secondo, (in questo non cè differenza rispetto all'italia).
Per ora non mi resta che lasciarvi alle foto cha abbiamo scattato, che però ho caricato alla pagina "In Australia" perchè qui lo spazio comincia a scarseggiare.
Come sempre un saluto a tutti!
Ci sentiamo con l'anno nuovo!

                                                                                                                                                                  giovedì 16 dicembre 2010
                                               TWO MONTHS...

                                                             
                                                          


                                                              Con oggi sono due mesi. Due mesi che io e il buon Victor viviamo questa piccola avventura e quindi mi va di pensarci un pò su.
Spero di non annoiarvi.
Giusto l'altro giorno stavo pensando alla relatività del peso delle nostre azioni. Quanto conta la volontà di voler fare una cosa? E quanto invece la paura di farla? E' davvero importante che la cosa in questione sia giusta o sbagliata? E come si fa a capirlo?
Perchè se è vero che si impara dai propri errori in teoria potremmo diventare molto più saggi se ne compissimo di continuo e ciò renderebbe dunque la cosa sbagliata utile e quella giusta inutile, ed è qui che entra in ballo il fattore relatività, perchè una decisione sbagliata può accrescere il nostro bagaglio di esperienze, ma se è "troppo" sbagliata può anche essere irreversibile.
Pensavo a questo perchè mi chiedevo se il mio viaggio, (al di là della bellezza dell'avventura), fosse stato o meno una scelta giusta. Dopo due mesi era un pensiero piuttosto lecito, come si fà nelle storie d'amore, ogni tanto ci si ferma e si riflette sull'andamento delle cose, su ciò che si è lasciato indietro, su ciò che si ha e su ciò che ci si attende arriverà in futuro.
Prima di partire avevo una bilancia davanti a me, ognuno di noi vive costantemente in compagnia della propria bilancia. Su di essa ogni giorno vi mettiamo le nostre convinzioni positive da una parte e quelle negative dall'altra, le nostre speranze e le nostre paure, la voglia e la pigrizia e in base al risultato decidiamo se vale la pena o meno compiere una determinata azione.
Tutto questo è abbastanza scontato, ma il punto è che sono convinto che la nostra bilancia funzioni in maniera troppo semplicistica, perchè basata solamente su due binari, quello del si, ne vale la pena e quello del no, non ne vale la pena, escludendo così tutte le altre possibili variabili e sfumature di cui parlavo prima.
La mia bilancia ad esempio mi diceva che partire era una scelta sbagliata, perchè l'unico elemento che mi spingeva a voler fare i bagagli era la mia convinzione che fosse la decisione giusta al momento giusto, dall' altra parte stava tutto il resto, il lavoro sicuro, la famiglia,gli amici, la casa, le comodità, la routine,l'amore. Ed ogni giorno di più, prima di partire, il peso di questi elementi mi schiacciava, trasformando una scelta in un vero e proprio atto di coraggio.
Se la mia bilancia avesse funzionato tenendo conto anche degli altri fattori, meno razionali e più emozionali, la delusione di promesse mancate, la voglia di nuove esperienze, l'inquietudine di una routine dal sapore troppo stantio, il desiderio di vedere e scoprire cosa stà al di la del nostro naso e la disillusione che avere piani troppo grandi spesso porta solo al vederli distrutti, ecco, se avesse tenuto conto di tutti questi elementi sarebbe stato più facile.
Perchè ora che sono passati due mesi, posso dire di aver fatto bene a non ascoltarla.
Con questo non voglio dire che qui sia tutto bello e felice, ho anch'io dei rimpianti per ciò che ho lasciato a casa e per aver voltato le spalle a strade razionalmente forse più giuste.
Ma ora ho capito che questa scelta, anche se si, forse irrazionale e pazza, è di quelle che fanno imparare, di quelle che rendono un anno sbagliato più utile e importante di dieci anni "giusti, di quelle che quando sarà ora di ritornare a casa, mi avrà insegnato tanto e mi farà sentir pronto e preparato alla costruzione di nuovi piani, che magari non crolleranno più, o che se anche crolleranno sapranno essere gestiti e non porteranno cataclismi incontrollabili.
Io ora sto cercando di ritarare la mia bilancia, per renderla più completa, meno attaccata allo status quo, perchè se l'avessi ascoltata ora non sarei qui, non starei arricchendo il mio spirito e allargando la mia mente, ma soprattutto, starei vivendo con la sensazione di aver sbagliato ad aver fatto la scelta giusta.
Partire ha creato in me anche delle speranze per quando ritornerò, speranze che non ci sarebbero state se fossi restato.
Quindi eccomi qua, ha festeggiare i miei primi due mesi in terra straniera, con la felicità dell'avventura che stò vivendo nella mente e la certezza che tutto ciò sarà utile per il mio futuro nel cuore.
Quindi brindiamo...
Cin cin a tutti voi e a questi primi due mesi.


Ok, finito.
Tradurre pensieri così contorti in righe è un'impresa, spero di non aver fatto troppa confusione, ma mi andava di rendervi partecipi di ciò che avevo in mente visto che riguarda il viaggio.
Tra qualche giorno tornerò con molte foto ed un aggiornamento forse più interessante visto che ultimamente abbiamo iniziato a fare qualche giretto nei dintorni di Pemberton e se in questo weekend sarà bello ci spingeremo fino all'oceano.
Per ora dunque è tutto.
Un saluto caloroso e ci sentiamo presto!
                                                                                                                                                    domenica 28 novembre 2010
LE SETTIMANE CORRONO

Un'altra settimana se nè andata, veloce come il vento.
Qui accade un fatto curioso.
Il concetto di tempo, inteso come il trascorrere dei giorni, è molto più veloce e le ore scorrono come un fiume in piena. Qui la settimana non è composta dai classici sette giorni. Ve ne sono solamente tre. Sabato, Domenica e Lumamegivendì. Il Sabato ci si rilassa e si attende il barbecue della sera, chiedendosi chi sarà il nuovo protagonista che animerà la serata, (ieri è stato Joi, ubriaco perso faceva pazzie a discapito del suo normale carattere tranquillo), la Domenica si dorme e si svolgono le faccende domestiche, (si fa il bucato, si cambiano le lenzuola, si riordina la stanza), e poi da Lunedì al Venerdì si vive come racchiusi in un solo lungo giorno, perchè non esistono appuntamenti infrasettimanali, non ci sono partite di Champions League da seguire, serate fuori o puntate di Telefilm da aspettare, qui si lavora, si mangia, si scambiano due chiacchiere e si dorme e tutto ciò rende la settimana lavorativa un unico grande momento composto da cinque albe e cinque tramonti, che, molto più rapidamente di quanto accada di solito, nasce e muore in un batter d'occhio.
La serata di ieri, ha portato con sè anche una leggera inebriatura, necessaria se ci si vuole addentrare un pò più a fondo nelle conversazioni e nei meandri della lingua inglese.E' andata molto bene, ho chiaccherato tutta sera, conosciuto molte persone e fatto più di qualche risata. La birra a volte, sa essere più formativa di molte sere trascorse sui libri. Diciamo che è un pò un Jolly, da tirar fuori ogni tanto per scioglier la lingua.
Questa mattina Joi e Moon hanno cambiato stanza, credo a causa di qualche scherzo notturno di troppo da parte di altri ragazzi, ieri notte lo hanno riempito di schiuma da barba e crema solare mentre dormiva e la mattina precedente invece si era ritrovato la faccia ricoperta di disegni a pennarello.
L'ostello è anche questo. Non tutti sono buoni e i coreani col loro carattere docile e remissivo diventano vittime perfette.
In stanza comunque, ora si sta meglio perchè siamo solo in cinque ed in più hanno portato un mobile nuovo, liberando così il pavimento da un bel pò di cose.
Al posto di Xavier è arrivato un altro francese, Vincent, ragazzo tranquillo, ottima notizia.
Per il resto nient'altro da aggiungere direi.
Vi lascio con qualche foto del barbecue del Saturday night.
Da me e Victor un saluto!
Al prossimo aggiornamento.

                                                         
                                                                IL BARBECUE DEL SABATO SERA


                                                 io e Dilar
                                        

                                        
                                         Patricia (new entry nella comunità)
                                         

                                         Alar e Martin
           

                                         
                                             Joi ricoperto di schiuma
                                       

                                        
                                                       
                                                                                                                                                  sabato 20 novembre 2010
QUATTRO CHIACCHIERE...

                                                                                            Non ho nessun' idea oggi.
Volevo aggiornare il blog parlando un pò del mio lavoro, ma in tutta la settimana, vuoi per mancanza di voglia, vuoi per mancanza di tempo, non ho scattato nemmeno una foto del mio vigneto.
Scriverò quindi quello che mi passa per la testa,così come viene, senza trama.
Oggi è sabato e il tempo ci sta dando un pò di tregua dopo una settimana di fuoco nella quale si sono sfiorati i 40 gradi. Qui la primavera è un affar serio.
Nella pacifica comunità dell'ostello oggi, ognuno si dedica a quello che preferisce, chi resta a letto, chi si prepara qualcosa di "buono" da mangiare,(anche se sono le 10 di mattina), chi inizia a fumare e a bere birra in vista del barbeque di stasera, chi si guarda la tele nella penobra del tugurio puzzolente che qui chiamano TV Room.
Io? Beh, io mi sono lavato le scarpe questa mattina, credo per la prima volta nella mia vita, ed ho fatto anche un bel lavoretto. Le mie amate All-Star nere che da anni mi accompagnano ovunque e dalle quali non riesco proprio a separarmi.Le ho pulite amorevolmente e con delicatezza. In queste prime due settimane, in mancanza di altre calzature adatte, le ho costrette a trasformarsi in scarpe da lavoro. Nonostante il peso degli anni hanno subito in silenzio e senza lamentarsi l'ennesimo maltrattamento. Fango, pioggia, erbacce e spighe, (tremende le spighe) e dopo quasi 15 giorni di torture, credevo fossero ormai morte, sotto il peso di strappi e tagli che dentro e fuori ne stanno ormai compromettendo l'utilizzo. Ed Invece sono rinate, un'altra volta, forse l'ultima chi lo sa. Proprio non se lo meritavano di finire in un'anonimo cestino di uno squallido ostello di un paesino sperduto in mezzo alle foreste.
Ora stanno là, ad asciugarsi ed io mi sento bene perchè ho fatto una cosa giusta.
Ieri sera se ne è andato Xavier. Il ragazzo francese con il quale avevo fatto più amicizia e con il quale avevo iniziato ad intavolare chiaccherate quasi comprensibili. Era un'ottimo compagno di stanza, forse perchè l'unico non Coreano o non distrutto. La mia solita fortuna, tutti restano qui almeno tre mesi, lui solo 3 settimane. Va beh, ormai se ne è andato, il suo letto è vuoto ora e attende qualche altro backpacker. Chi arriverà? Un asiatico? Un ragazzo tranquillo? O magari l'ennesimo sbindato? Partono i pronostici, si accettano scommesse!
Prima di andarsene mi ha regalato i suoi gambali di gomma, salvando contemporaneamente i miei piedi e le mie All-Star.
Ieri sera ho fatto anche dell'altro. Dopo aver salutato Xavier, io e Victor, ci siamo messi nel gruppetto dei Coreani. Tra di loro vi era anche un ragazzo Srilankese strasimpatico che però non vive in ostello, ma in una casa in affitto in paese. Si chiama Dalmar se non ricordo male, ma potrei anche sbagliarmi. E' un pò il Jolly qui dentro, parla e ride con tutti. Beh insoma la serata è stata piacevole, i coreani sono ragazzi simpatici e dalla risata facile e se non fosse per la pronuncia assurda che hanno andrebbero benissimo come compagni di chiaccherate. Abbiamo imparato a dire Vaffanculo in cinque lingue diverse, la lista è stata aperta, ora attende aggiornamenti.
Sabato scorso due ragazzi si son menati, è successo durante il barbeque, sicuramente dopo una giornata tra birre e altro. Ad un certo punto il tipo, barra bufalo, barra bestione che gestisce l'ostello infilandosi tra loro con l'intenzione di separarli ha finito con l'aggiungersi alla rissa.
L'Australia è anche questo.
La notizia positiva è che Lunedì arriveranno i primi soldi importanti e l'altra notizia positiva è che iniziamo ad abituarci alle condizioni di vita di questo posto. Ogni tanto mi stupisco ancora nel vedere certe cose, ma accade sempre più raramente, (in effetti non sò se questo dovrebbe rincuorarmi o preoccuparmi). Ieri mattina, ad esempio, nel scendere dal mio letto a castello quasi pestavo un cartone della pizza posto in terra, tra un paio di calzini sporchi di mesi e terriccio misto a cartine e filtrini, caduti probabilmente in un momento di poca lucidità mentale. Beh, convinto fosse vuoto l'ho pure spostato con un piede ed invece poco prima di partire per il lavoro ho visto il ragazzo che dorme sotto di me portarselo in macchina, probabilmente era il suo pranzo.
Ecco, questo ancora mi stupisce.
La cucina è invasa dalle formiche, o meglio, la stanzetta dove ognunio tiene la propria cesta di cibo è invasa dalle formiche, o meglio ancora, la mia cesta e quella di Victor, che sono le più vicine alla parete sono invase dalle formiche. La solita fortuna. Meglio le formiche che altro comunque.
Per il resto si può dire che tutto procede bene, è ancora presto per capire quanti soldi riusciremo a metter da parte, comunque quasi tutti i lavori pagano tra i 700 e gli 800 Dollari a settimana.
Il mio inglese migliora e se devo fare due chiacchiere generali me la cavo.
Di ciò che faccio e della mia routine quotidiana vi parlerò un'altra volta, quando magari avrò anche qualche foto nuova.
Per ora posso darvi soltanto queste quattro righe scritte un pò a caso, non ero ispirato oggi. Il caldo prosciuga anche le idee.
Sono sicuro che mi perdonerete.
Un saluto a tutti da Pemberton dunque!
Al prossimo aggiornamento!...
                                                                  
                                                                  Vic assorto nello studio...
                                                                                       
                                                                                      
                                                                    
                                                                 

                                                                             Io e Xavier sullo sfondo...
         
                                                                           

                                                                                          Steven sulla sinistra e Moon sulla destra...

                                                                               

                                                                                                  Joi...

                                                                                    

                                                                            La dispensa...                 

                                                                    

                                                                              

                                                                                     La cucina...

                                                                                
                                         
                                                                                        


                                                                                                                venerdì 12 Novembre 2012
 PEMBERTON BACKPACKERS HOSTEL
Non mi era mai capitato, da quando ho iniziato ad aggiornare questo blog, di trovarmi di fronte al dubbio se sia lecito o meno scrivere qualcosa. Se ciò potrebbe crearmi problemi o più semplicemente se sia giusto farlo.
Comunque sia io inizio a scrivere, poi vediamo che ne viene fuori.
Credo, anzi ne sono convinto, che io e Victor non fossimo molto preparati a ciò che avremmo trovato al nostro arrivo qui. Per carità, grazie a dio abbiamo uno spirito d'adattamento piuttosto spiccato, però ammetto che l'impatto è stato abbastanza traumatico.
Il fatto è questo. Esistono gli ostelli di città e quelli di campagna e questa cosa a noi, semplicemente, era sfuggita.
Un'ostello di città è fatto per ospitare i ragazzi che vogliono visitare, per chi lavora in ristoranti o pub, o tuttalpiù per qualcuno che fa il muratore o il falegname. Cose così insomma. In un ostello di città poi vi sono delle regole, dei controlli più severi probabilmente e per quanto sia sporco e maleodorante, sarà sempre discretamente vivibile.
Un'ostello di campagna funziona in maniera un pò diversa. Al nostro arrivo c'è stata consegnata una scatola di plastica, tipo di quelle che ci sono nei supermercati quando non si ha da fare tanta spesa e anzichè adoperare il carrello grosso si opta per il contenitore portatile. Dentro questa scatola vi erano: Una coperta, un copri cuscino, un copri materasso, una tazza, un coltello, un bicchiere, un cucchiaio, una forchetta ed un piatto. Più o meno come si fa in carcere, solo che qui non c'hanno chiesto di svuotare le tasche e di toglierci i vestiti. E' stato un pò come dire, "bene, questo è ciò che offre l'ostello, il resto sono cazzi vostri", ed in effetti funziona prorpio così. Questo posto assomiglia molto ad una Comune degli anni '70, di quelle che facevano gli Hyppies. Ognuno vive e fa un pò ciò che gli pare, l'importante è mantenere le minime condizioni igenico-santarie adatte alla sopravvivenza. La cucina è molto grande e spaziosa e i quattro diversi fornelli da cinque fuochi ciascuno sarebbero molto utili se non fosse che ci sono soltanto due pentole e tre padelle, di cui due senza manico, pure i quattro bagni potrebbero essere sufficienti, ma tre hanno la porta che non si chiude e ciò vuol dire un solo cesso per circa cinquanta, sessanta persone. Le docce sono solo tre, ma funzionano correttamente ed hanno l'acqua calda, quindi si salvano. La lavanderia è composta da tre lavatrici e nessuna asciugatrice e visto che l'unico stendino presente è semi-distrutto in caso di pioggia diventa un problema asciugare il bucato.
Le camerate sono da otto. Otto persone costrette a vivere senza armadio. Il risultato è un casino allucinante. Io cerco di salvarmi tenendo tutto in valigia, usando il minor numero di vestiti possibile, lavando e riutilizzando sempre gli stessi, però c'è chi non è della stessa filosofia e sparge per la stanza ogni tipo di indumento o accessorio. Calzini sporchi e spazzolini vanno per la maggiore. Non ci si può permettere di appogiar nulla da nessuna parte, perchè ed eccezione del letto è tutto sporco. In questi giorni di pioggia l'unico modo per asciugare i vestiti da lavoro è mettendoli sopra il termosifone, il mix infonde un' aroma sopraffino in tutta la stanza, ma fortunatamente dopo una settimana inizio ad abituarmici. Ciò che ancora mi sorprende è vedere in che condizioni vivono alcuni ragazzi e ragazze. C'è chi cammina regolarmente scalzo ovunque, persino di ritorno dalla doccia e siccome il complesso dei bagni è separato dalle camerate tramite un cortile, arrivano in stanza con i piedi infangati e come se nulla fosse si mettono a letto, c'è chi si fa la doccia e poi si rimette i vestiti da lovoro, a dirla tutta credo ci sia anche chi la doccia non la fa per niente. Un buon 80% degli inquilini dell'ostello passa il tempo libero a fumare spinelli e bere birra, così, come fossero sigarette. In cinque giorni ho visto girare di quelle facce incredibili! Per quello che ho potuto notare, i ragazzi messi peggio sono gli inglesi, sono tutti devastati, uno di loro, di nome Lorence, che sta nel letto in parte al mio, quando è fumato fino al midollo inizia a fare disegni assurdi con i pastelli su dei cartoni. Il francese che stà sotto di me invece credo sia il messo peggio, non l'ho mai sentito parlare, se non per chiedermi l'accendino, sul suo letto vi è di tutto, terriccio, vestiti sporchi e solo dio sa cos'altro. Girano più sacchetti di marijuana che sigarette insomma.
L'ostello dunque non è esattamente fantastico e alcuni dei sui inquilini nemmeno.
Però grazie a dio ci sono anche gli aspetti positivi!
I coreani, ad esempio, sono tutti molto tranquilli e simpatici anche se hanno una pronuncia tremenda,(non che la mia sia buona per carità), quindi ad esempio "dinner" diventa "ine", "work" diventa "uo" e cose così insomma. Rido mezz'ora ogni volta che Victor si presenta ad uno di loro. Nella lingua coreana non esiste la pronuncia V e quindi il suo nome si trasforma in Ictor, dictor, lictor, nictor, e iniziano a correggersi l'uno con l'altro, "Ictor!" e l'altro "noooo! pictor!" poi Victor prova a ripetere per l'ennesima volta e l'altro "aaah... Nictor!", poi dopo un pò si arrendono. Anche alcuni estoni e alcuni francesi sono tranquilli, in stanza con me ho fatto amicizia con Xavier e parlando un pò del più e del meno anche lui mi ha detto che non ama gran chè la gestione dell'ostello e per un attimo mi sono sentito normale! Credevo che io e Victor fossimo gli unici a pensarla così.
Si è fuori dal mondo qui. Tutto si sviluppa all'interno dell'ostello perchè in paese non ci sono locali. Si è senza alcun tipo di comodità, senza divano sul quale appoggiarsi dopo il lavoro aspettando che la mamma prapari da mangiare, senza MotoGp la Domenica pomeriggio o birretta ad un euro al Pub il mercoledì sera, niente docce di mezz'ora per rilassarsi, niente cinema, niente macchina, niente cene fuori, neanche una sedia sulla quale fumare una sigaretta tranquilli, o meglio, un ci sarebbe ma ha tre dita di fango sopra. Un ritorno alle origini insomma e se fai un errore lo paghi tutto. Domenica sera ad esempio il ragazzo della receptions mi aveva trovato subito lavoro per il giorno seguente, il problema è che eravamo arrivati impreparati, senza cibo ne acqua, i negozi a quell'ora erano chiusi e non mangiavamo dalle 2 del pomeriggio. Sono andato a lavorare lunedì con la pancia vuota dal pranzo del giorno prima, fortunatamente mi ha salvato Martin, un ragazzo estone che lavora con me, regalandomi tre mele.
Insomma, qui la vita mette a dura prova.
Però in fondo siamo qui anche per questo.
Sicuramente tra un mesetto, quando il conto in banca darà un pò di tranquillità, la dimestichezza con l'inglese sarà migliore e ci saremo abituati alla routine quotidiana sarà tutto più facile e naturale.
E poi prima il dovere e poi il piacere!
Detto tra noi non vedo l'ora di aver abbastanza soldi da comprare una macchina ed iniziare a girare!
Ok... ho finito anche per oggi, vi ho resi partecipi della nostra sistemazione senza risparmiarmi sui dettagli ed ora sapete dove io ed il buon Victor, che mentre scrivo è nel fango a piantar Avocadi, viviamo.
Per il prossimo aggiornamento aspetterò il primo stipendio, che dovrebbe arrivare non prima di venerdì prossimo.
Nel frattempo godetevi le foto della nostra dimora!
Per ora un saluto a tutti!

                                                                   L'ostello...












                                                         I disegni di Lorence...



                                  giovedì 11 novembre 2010

                           PEMBERTON caput mundi...
Avete presente la sensazione di vuoto che si prova, quando viaggiando a velocità sostenuta con la macchina si scollina?
Bene, noi l'abbiamo avuta in autobus!
Del nostro viaggio di otto ore da Perth a Pemberton, porterò con me il rammarico di non essere riuscito a scattare una foto all'autista, perchè meritava, oh si, meritava davvero. Alto, struttura robusta, coda di cavallo sulla testa, pizzetto lungo almeno quindici centimetri, due occhi da matto e il prurito ai piedi quando la strada si faceva sgombra.
Da Augusta,(penultima fermata), a Pemberton,(capolinea), occorre suppergiù un'ora e mezza, forse qualcosa di più. In questo tratto di percorso, che si divincola tortuoso in mezzo ad una foresta di altissimi alberi, "Jack il folle", (lo chiamo così perchè non sò il nome), ha dato il meglio di sè, riuscendo a non scendere quasi mai sotto i cento all'ora nonostante le curve ed i continui sali scendi.
Un esperienza di certo emozionante, una volta giunti a destinazione sani e salvi.
Non serve che vi dica che siamo arrivati in anticipo.
Pemberton è un paesello di 800 anime, sperduto nel cuore di una foresta che poco più a sud diventa Parco Nazionale.
E' composto fondamentalmente da un'unica via, in salita e su questa vi è tutto ciò che serve. Discount, General Store, Pharmacy, Loundry, Restaurant,Bank,Bar, etc, etc. Praticamente ci sono più esercizi commerciali che case. A metà di questa corsia vi è un passaggio a livello, chiaramente senza sbarre, ne alcun tipo di protezione, non ho ancora capito se è in disuso oppure in funzione. Di fronte al nostro ostello fa da padrona un'industria legnaria, che credo dia da lavorare al 90% degli abitanti del villaggio, il restante 10% possiede i negozi probabilmente.
In realtà non vi è molto altro da aggiungere su questo paesello. La foresta che circonda tutta la zona, nasconde alla vista le Fattorie e le tenute agricole sparse a macchia di leopardo su tutto il territorio. Vigneti e piantagioni, dagli alberi da frutta,(mele e avocadi), ad ortaggi di ogni tipo.
La maggior parte delle automobili sono munite di barra metallica sul davanti,(non conosco il termine specifico), qui la chiamano bulbar, o qualcosa del genere. Mi hanno spiegato che serve per proteggersi dai canguri, che quando cala la sera, hanno la brutta tendenza ad attraversare la strada. Anche l'autobus che ci ha condotti qui ne aveva una enorme sul davanti.
Il resto del paese è composto da viette secondarie e nient'altro.
Arrivati qui si ha la sensazione di essere lontanissimi da qualsiasi cosa. Anche se in realtà non siamo molto distanti da altri villaggi, ed in macchina Perth dista solo 3 ore e mezza percorrendo la via più breve.
La nostra intenzione, ora che abbiamo trovato lavoro è quella di rimaner qui per due, forse tre mesi, cercando di risparmiare abbastanza da poterci comprare una macchina, con la quale dirigerci verso la costa est, sud-est per l'esattezza.
Io ho trovato da lavorare in un vigneto, assieme a due ragazzi estoni ed un francese, taglio i rami,tolgo le foglie, tiro i fili metallici di sostegno, tutte cosette facili insomma, Victor pianta alberi di Avocado assieme ad altri due ragazzi estoni. La paga dovrebbe essere buona, visto anche, che dalla settimana prossima comincerò a fare 10 ore ogni giorno. Tra i 2500 e i 3000 Dollari al mese più o meno. Comunque ci sarà tempo per raccontarvi che faccio.
Bene, questa è la parte noiosa del racconto.
Come avrete notato non ho parlato dell'ostello nel quale alloggiamo e questo perchè è talmente assurdo da meritare un aggiornamento tutto suo!... che arriverà a breve.
Quindi nell'attesa godetevi le pessime e poche foto che ho scattato nelle ore di noia. Qui in ostello ho internet troppo lento per poter caricare tante foto, la prossima volta andrò all'internet point.

Non sò nemmeno come mai si siano pubblicate così grandi, per vederle bene cliccateci sopra.

Ok... Per ora è tutto.

Agli undici meravigliosi seguaci, iscritti al blog e anche a tutti gli altri, un saluto da me e Victor!
Dispersi a Pemberton...
Caput mundi...

                                                                       Pemberton












                                                 
       

                                                                      Il viaggio...







                                                                                              


                                               






                                                     


                                      

                                         

                                     



13 commenti:

  1. hola boys...... dove siete finiti? attenzione che non vi capiti li la Cri.... il posto ha l'aria di assomigliare molto al paesino di Twilight!!! avete già visto sfrecciare qualcuno tra gli alberi?!
    Direi che l'ostello effettivamente si commenta da solo. L'unica cosa da sottolineare è che manca la mano di una donna!
    baci baci baci
    Irene :)

    RispondiElimina
  2. è più forte di me, ho riguardato le immagini e porca miseria mettete in ordine quella stanza!!!!

    ciaooooooooo
    irene

    RispondiElimina
  3. ma dove cazzo siete finiti!!
    veramente una bel modo estremo per rompere la routine di casa! continuate cosi e saluta anche Nictor!! ahahahah ciao gricoli!

    RispondiElimina
  4. e' perche' non si puo' postare la puzza di piedi che c'e' in camera....tanta roba! a dire la verita' non e' solo di piedi e' un mix fatale...impossibile da spiegare...vic...o nic, vedete voi...

    RispondiElimina
  5. A dire il vero guardando quella che penso sia la sala mensa avrei pensato peggio...in fondo le pentole sono ancora tutte appoggiate sul piano enche se sporche...e non sparse x il pavimento :-) i coreani spaccano! Hola boys, hola dade, hola nictor!

    RispondiElimina
  6. BENE DAI TUTTO SOMMATO NON E' MALE CHE LA SETTIMANA PASSI IN FRETTA.... NOI ALCUNI APPUNTAMENTI SETTIMANALI LI ABBIAMO PERO' SI ASPETTA SEMPRE IL WEEKEND!!
    MA SOTTO NATALE FATE FERIE?
    NOI ABBIAMO INIZIATO A PARLARE DI COSA FAREMO L'ULTIMO DELL'ANNO, MA COME SEMPRE CI PRENDEREMO ALL'ULTIMO MOMENTO....
    OVVIAMENTE DA BUONA MAMMINA COME SONO VI DEVO RACCOMANDARE DI NON ECCEDERE CON LA BIRRA!!
    CIAO RAGAZZI
    UN BACIONE....
    IRENE

    RispondiElimina
  7. Si si avremo un sacco di ferie! Il giorno di Natale e il primo dell'anno!... ah!ah!ah!... però da Febbreio si torna a viaggiare!... Qui tanti vanno a Bali per Natale... con 2000 Dollari fai un mese in hotel con escursioni di ogni tipo all inclusive e divertimenti... mmm... ci penseremo... ciao!...

    RispondiElimina
  8. NON SAREBBE MALE COME ESPERIENZA UN MESE IN HOTEL A BALI... ALMENO ASSAPORATE UN PO' IL GUSTO DELLE FERIE, PER POI RITORNARE AL LAVORO...CERTO E' CHE 2000 MILA DOLLARI! NON SO COME SIATE MESSI CON I SOLDI... ATTENDO CURIOSA QUALE SARA' LA VOSTRA PROSSIMA TAPPA... MANCA ANCORA UN PO' MA COME DICI TU IL TEMPO VOLA....

    CIAO
    IRENE

    RispondiElimina
  9. NON HAI FATTO CONFUSIONE NELLE TUE RIFLESSIONI... HO DOVUTO SOLO LEGGERLE CON MOLTA ATTENZIONE PERCHE' SONO CONTORTE...MA IL DISCORSO FILA....TE LO AUGURO CHE QUESTA SCELTA CHE PER TE POTEVA SEMBRARE "SBAGLIATA" SIA UN MODO PER RIFLETTERE PROFONDAMENTE. PERO' PENSO ANCHE CHE SIA UN ERRORE GIUDICARLO UN ANNO "SBAGLIATO". PERCHE'? ANCHE SE NON E' STATA UNA SCELTA RAZIONALE NON VUOL DIRE CHE NON FOSSE QUELLO DI QUI AVEVI BISOGNO...DI CERTO TORNERAI CON UN BAGAGLIO DI ESPERIENZA IN PIU' E CON RISPOSTE A TANTE DOMANDE... VI AMMIRO PER IL CORAGGIO CHE AVETE AVUTO.
    UN BACIO
    IRENE

    RispondiElimina
  10. Ciao ragazzuoli, vi scrivo in merito all'ultimo post.. Le riflessioni sono chiarissime e credo che tutti nella vita si trovino di fronte a dei bivi, in cui scegliere 2 strade differenti senza sapere qual è quella giusta e quale quella sbagliata.. Partendo dal presupposto che il concetto di giusto e sbagliato è frutto della nostra cultura, della nostra tradizione e del modo in cui siamo cresciuti (e in cui ci hanno fatto crescere), talvolta è meglio fregarsene letteralmente della famosa bilancia ed affidarsi solamente a sensazione e intuito.. Vi ammiro davvero per la scelta che avete fatto: come sapete io stesso avevo in progetto di andare in Australia ma per un motivo o per l'altro non l'ho fatto. Poco dopo aver fatto questa scelta ho trovato un buon lavoro e l'amore. Spesso leggendo i vostri racconti ci penso.. E se fossi partito? Come sarebbe ora la mia vita? E sono sicuro che voi farete lo stesso quando tornerete.. SE tornerete! :) Buon proseguimento!
    Fabio

    RispondiElimina
  11. Cavolo andate a questo cazzuto Bali che non so cosa sia per me potrebbe essere anche la città dei sogni ma sembra bello da come ne parli dade!!
    L'importante è vivere intensamente le giornate, anche quelle lavorative, che poi verrete ricompensati...quoto in pieno Fabiuz x quello che ha detto nel suo ultimo post..."Memento audere semper" ricordatelo !!!

    P.s. Dì a nictor di farsi sentire un pò più spesso, non è diligente come te dade! Non si fa sentire mai !

    Paolo

    RispondiElimina
  12. cortesemente lavate i sedili di quella macchina!!!!! è la prima volta che vedo una macchina più sporca della mia!!!!! e poi mi sono innamorata del tipo con la parrucca e la coppa!!!! portatelo a casa!!!!! (non titelo a fabio però ,che nel frattempo ha ricevuto un nuovo nomignolo "flò")
    vi voglio bene e tornate presto
    cri

    RispondiElimina
  13. ...il problema con il baule della nuova macchina è sempre meglio della rottura che aveva vic con il parasole sulla super punto bianca!
    ...dade non riesci a fare una pagina nuova sul blog?stai rimbalzano di qua e di la e mi perdo un pò!spero non proverai piu' la senzazione in senso negativo di "immigrato"....in fondo la "vacanza" è ancora lunga e vi auguro di spaccare tutto (citazione direttamente dal grande fratello), tracannate poco e'?!!
    baci baci
    irene

    RispondiElimina