News from Perth...

                                                                                                                     Thursday 4 November 2010
Lavoro trovato!
(maybe)

Ho sempre immaginato che un’avventura, in primo luogo, dovesse essere un’esperienza dura.
Prim’ancora che divertente, formativa, colorata, avvincente o appassionante, l’ho sempre pensata come un’esperienza difficile, che pone di fronte ai propri limiti e ti fa capire se sei in grado di superarli.
Beh, credo di aver già avuto buone conferme sulla mia tesi.
 In queste prime tre settimane abbiamo girato, girato e girato. Abbiamo cercato lavori, atteso in interminabili, (e inutili), code, in uffici di collocamento, tradotto decine di annunci su internet, inviato e-mail, sentito discussioni senza capirne nulla. Abbiamo visto ragazzi trovare lavoro in dieci minuti perché conoscevano l’inglese, o perché possedevano una macchina che noi non possiamo permetterci, abbiamo sperato, atteso e sperato di nuovo dopo l’ennesimo “I’m sorry… we have nothing for you”. Abbiamo domandato senza capire che ci veniva risposto e siamo stati in luoghi in cui era inutile andare.  Abbiamo risparmiato su tutto e visto le nostre finanze diminuire di giorno in giorno, no dopo no, come una sorta d’inesorabile conto alla rovescia.
Ci siamo sentiti ignoranti e fuori luogo, ma dopo ogni errore ci siamo sempre fatti una risata.
Quindi si, un’avventura, è in primo luogo un’esperienza dura.
 Poi però, rende con gli interessi gli sforzi fatti.
Dopo tre settimane, abbiamo scoperto che qui, proprio qui nel nostro ostello, alle volte passa una simpatica e disponibilissima vecchina di nome Francis e che questa gentile signora trova lavori ai ragazzi che qui alloggiano.
Noi, già lo sapevamo che i proprietari degli ostelli, solitamente, trovano lavoretti di vario genere ai backpackers che, di volta in volta, passano per le loro stanze e, infatti, ci eravamo già preoccupati di chiedere al signore che gestisce questa baracca se aveva qualcosa per noi, ma lui, ben si era guardato dal farci presente che era a Francis che dovevamo rivolgerci. Quindi c’eravamo messi il cuore in pace, convinti di esser capitati nell’unico ostello che non trovava lavori. E dunque giri, giri e ancora giri in città, abbiamo pure passato porta a porta alcuni ristoranti per chiedere se avevano bisogno di lavapiatti.
Credo di aver capito come si devono sentire quegli immigrati, che di tanto in tanto passavano in cantiere da ma a chiedere, in un italiano distorto, se avevamo lavoro da dargli.
Poi la svolta che non ci si aspetta, è beh, perché ogni avventura che si rispetti deve avere la suspense ed il colpo di scena.  Presi dallo sconforto, dopo l’ennesima porta in faccia, tanto per provare, ci siamo rivolti pure alla moglie del titolare di questa baracca. Lei, gentile e carina, ci ha guardati e dopo averci dato un paio di e-mail, ci ha detto, “Comunque se volete, potete chiedere a Francis, lei vi trova sicuramente qualcosa”. Potete immaginarvi la nostra reazione. Quasi tre settimane di ricerche in città, quando la soluzione era proprio a portata di mano. Più tardi, tanto per aggiungere coincidenze, parlando con un ragazzo, così, per provare a far due chiacchiere sul fatto che non trovavamo lavoro, pure lui ci ha detto, “ma chiedete a Francis no?”, come se fosse la cosa più ovvia del mondo cazzo!   
Ora, col senno di poi, si potrebbe anche pensare che saremmo potuti arrivarci prima.
 In realtà non è affatto così, sto riuscendo solo ora ad intavolare due parole in fila con qualcuno e quando non comprendi nulla di quello che ti accade intorno, è difficile capire persino come funziona la lavatrice.
Dunque eccoci qui, dopo una breve ma difficile chiacchierata con Francis, (la signora balbetta parecchio), sembra si sia trovata una quadratura al cerchio. Ci ha indirizzati verso un ostello, che sembra fatto apposta per i lavori che in questo momento preferiremmo fare e cioè, campagne o affini.
L’alloggio si trova in un piccolo paesino di 800 anime di nome Pemberton e fa parte della catena di ostelli YHA.  La sistemazione sembra perfetta, perché questo villaggio sta nel sud-ovest del Western Australia e cioè, vicino a parecchie attrazioni, come Margaret River, una delle più famose spiagge per surfisti e la Tree top Walk, una camminata tra altissimi eucalipti. Tutti luoghi che potremmo facilmente raggiungere una volta racimolati un po’ di soldi.
Sulla guida, ma anche su internet, sta scritto che quest’ostello dà lavori a chiunque vi arrivi, perché è nel cuore di una zona ricca di frutteti, vigneti e quant’altro. Dovremmo esserci finalmente!
Per riassumere e concludere questo mio lungo aggiornamento, ora abbiamo in mano la prenotazione dell’ostello e il biglietto dell’autobus che ci condurrà a Pemberton. Un viaggetto leggero leggero di sole otto ore! Partiremo domenica, quindi, se il tempo tornerà a farsi bello, oggi pioviggina, trascorreremo questi ultimi due giorni di attesa in spiaggia.
Ho notato con piacere che il numero d’iscritti al blog è salito addirittura a nove!
Bene, bene spero che possa anche essere utile a qualcuno un giorno.
Per ora ho esaurito le parole…
Non so' mai come concludere questi post!
Un saluto a tutti!
Al prossimo aggiornamento…
                                             Tipico attraversamento pedonale dei binari...


                                       
                                                    coda all'uffici di collocamento






                                    
                                                     room before and later

                                      Il nostro ostello



























                                                                                                                                       27 October 2010

Se devo essere sincero, ero convinto, (o mi ero convinto), che avrei aggiornato questo Blog, iniziando con l’annuncio festoso di un lavoro trovato, ma i giorni passano ,il lavoro stenta ad uscir fuori e quindi mi sono deciso comunque a scrivervi qualcosa.
Ne sento il bisogno, in qualche modo lo devo a quei 5 coraggiosi iscritti a questo Blog, che, (sicuramente), attenderanno ansiosi mie notizie.
Inizierò sfatando un mito.
L’ Australia non trabocca di italiani. Sidney e Melbourne probabilmente traboccano di italiani. Perth trabocca di Cinesi, Tailandesi, Coreani e tutto ciò che possiede occhi a mandorla ed altezza inferiore o uguale al metro e sessantacinque. Ce ne sono davvero ovunque, capita spesso che sull’autobus io e Victor ci ritroviamo ad essere gli unici volti occidentali presenti. Vederne così tanti però ha una sua utilità, impari a vederne le differenze e vi assicuro che ce ne sono di molti tipi diversi! Non come a casa che incontrandone uno ogni tanto sembrano tutti uguali.
In questi giorni abbiamo cominciato a testare molto meglio le nostre capacità di soppravvivenza. Intanto abbiamo iniziato a cucinare. I giorni trascorsi a Dubai ed i primi qui ci avevano visto protagonisti di memorabili abbuffate in ogni tipo di fast food, persino all’Hungry jack's, una specie di brutta copia del Burger King, solo molto più unto e sporco.  A dire il vero non ce la caviamo affatto male, qui si trovano senza troppi problemi una buona varietà di prodotti della Barilla, tradotto, fusilli o spaghetti e sugo al pomodoro e basilico, però abbastanza per non rimpiangere la cucina di casa. Ci siamo avventurati anche in altri esperimenti, come ad esempio i  tortellini con  burro e salvia, però l’esito non è stato altrettanto positivo, anzi è stato pessimo. I tortellini oltre che ad essere più spessi di una lasagna erano pure privi di qualsiasi tipo di sapore, per non parlare della salvia, venduta tritata e mescolata con chissà cos’altro in bustine di plastica trasparente.  Meglio stare sulla Barilla.
Non andiamo affatto male nemmeno con i secondi direi, uova sode, insalata, qualche bistecca che piano piano stiamo imparando a cuocere e… hem, beh in effetti per ora il nostro repertorio si ferma qui ma in fin dei conti abbiamo iniziato solo da pochi giorni. Comunque se non altro ci consoliamo guardando gli altri ragazzi. Fatta eccezione di un paio di tedeschi ed un ragazzo olandese col quale abbiamo fatto un po’ di amicizia, tutti gli altri sembrano non curarsi troppo di ciò che ingurgitano. Che abbia visto io i peggiori sono gli asiatici,(manco a farlo apposta), giuro non ce l’ho con loro, ma cristo, buttano giù di quelle cose. Arrivano, aprono il frigo, ne estraggono misteriose scatolette emananti odori indescrivibili e bevendo ciò che capita a tiro, poco importa che sia caffè o succo alla pera, mandan giù di tutto senza farsi problemi. A ruota poi seguono gli inglesi. Quelli vanno avanti a sandwich contenenti ogni cosa e birra.L’altra sera Victor ne ha visto uno farsi il latte con i cereali per cena. La rottura vera del cucinare comunque è che tutto va lavato sempre due volte, prima di adoperarlo e dopo, perché qui non si sa mai chi  ha usato cosa.
Sfatiamo un altro mito.
Non è che in Australia te li tirino proprio addosso i  lavori. Siamo stati nelle uniche 2 agenzie di occupazione per Backpakers, (The Job shop e AussieJob) e in entrambe, per ora, non ci sono due posti liberi in qualche campagna per due poveri migranti come noi. Fatta eccezione per la raccolta di manghi, che però richiederebbe un volo di 3500 Km al costo di 498$. Il gioco non vale la candela.  Comunque ci hanno detto di tornare domani, quindi speriamo in bene.
Nel frattempo continuiamo il nostro lento apprendimento dell’inglese. Ogni tanto quando mi sento in forma provo ad intavolare qualche pseudo-conversazione con qualche ragazzo dell’ostello, ma l’unico risultato eccellente che ne esce è l’immagine dell’italiano pirla che vuole viaggiare senza conoscere la lingua. Work in progress comunque.
Sicuramente non ci abbattiamo. Victor fa davvero tenerezza quando alla sera si mette d’impegno sul suo libretto degli esercizi.
Ce la faremo pure noi ad imparare questa dannata lingua!
Intanto comunque i colpi di scena di certo non mancano. L’altro giorno abbiamo avuto il nostro primo incontro ravvicinato con una lavatrice, la scrutavamo entrambi con sguardi curiosi e  perplessi. Però siamo riusciti a non rovinare nulla ed è stata una piccola vittoria.
Stasera invece c’è mancato un pelo che ci dessero lo sfratto per domani mattina, il che non sarebbe stato affatto piacevole. Questo perché vivendo alla giornata e sapendo che in ogni momento potremmo trovare un lavoro, rinnoviamo l’ostello solo  di tre giorni in tre giorni. Questa volta ci siamo presi un po’ troppo in ritardo e la nostra stanza era già stata prenotata per domani! Abbiamo passato qualche ora di suspance, poi la vecchietta, gentilissima e sempre disponibile è venuta a bussarci alla porta dicendoci che c’era stato un ritardo nel check-in di quelli che dovevano arrivare. Morale, per domani siamo salvi, poi chissà. Magari dovremmo trovarci un’altra sistemazione.
Per ora siamo ancora in piedi!
Ok, direi che vi ho aggiornati abbastanza, spero davvero che la prossima volta che tornerò ad aggiornare questo Blog sia per annunciare di aver trovato un lavoro.
Per ora vi saluto tutti!... si unisce anche il buon Vic…
Alla prossima!...

7 commenti:

  1. Belle mitiche le foto di voi mentre saltate !!!

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  2. vic continua a fare esercizi!!!!!!!
    se hai bisogno di una mano chiamami ti faccio ripetizioni con lo sconto!

    dai dade!!!!!lo sconto vale anche per te!
    un bacione!!!

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  3. che belle le foto!!! bacioni ad entrambi!! Aly

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  4. Che figata la macchina cn il surf sul tetto.....Vic..Taiate i cavei anca ti e nasì a laorar:-)

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  5. super belle le foto!! non disperare per il lavoro.. troverai!!cavoli.. scrivi bene.. mi piace davvero il tuo blog!! ti faccio pubblicità... bacio grosso<3 fabi

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  6. Finalmente cavolo... adesso non vi resta che guadagnare e poi... SPENDERE!!!

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  7. DOPO GIORNI E GIORNI ANCH'IO SONO RIUSCITA A TROVARE QUESTO CAVOLO DI BLOG.......ESSENDO FUORI DAL MONDO NON AVENDO FACEBOOK!!!
    VI INVIDIO E NON VI INVIDO, PIU' CHE ALTRO VI AMMIRO...MI SONO FATTA DUE RISATE CON IL RACCONTO DEL DADE SUI SEMAFORI... HA TRASFORMATO LA NARRAZIONE DI UNA CAVOLATA IN UN RACCONTO D'AUTORE!
    IN BOCCA AL LUPO RAGAZZI....

    CIAO CIAO
    IRENE

    N.B.1 VIC IL TUO OROLOGIO FA' UN CASINO... LA NOTTE LO METTO IN UN'ALTRA STANZA!
    N.B.2 VIC NON DIMENTICARTI LE CALAMITE...

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