EPILOGO

                                                                                                           sabato ‎2 ‎luglio ‎2011

IL FU DAVIDE ALIPRANDI...

"Recisa di netto ogni memoria in me della vita precedente, fermato l'animo alla deliberazione di ricominciare da quel punto una nuova vita, io era invaso e sollevato come da una fresca letizia infantile; mi sentivo come rifatta vergine e trasparente la coscienza, e lo spirito vigile e pronto a trar profitto di tutto per la costruzione del mio nuovo io. Intanto l'anima mi tumultuava nella gioja di quella nuova libertà. Non avevo mai veduto così uomini e cose; l'aria tra essi e me s'era d'un tratto quasi snebbiata; e mi si presentavan facili e lievi le nuove relazioni che dovevano stabilirsi tra noi. Oh levità deliziosa dell'anima; serena, ineffabile ebbrezza! La Fortuna mi aveva sciolto di ogni intrico, all'improvviso, mi aveva sceverato dalla vita comune, reso spettatore estraneo della briga in cui gli altri si dibattevano ancora" cit.









Guardo indietro ogni tanto,mi diverte farlo, ripercorrere le coincidenze, le fatalità, le motivazioni che giorno dopo giorno costruivano il futuro più avvincente e stimolante che la mia mente avrebbe mai potuto immaginare.
L'altra sera ero a letto e guardavo la luna dal finestrino posteriore della mia "camera", era l'ultima notte li dentro, dopo 120 giorni quasi ininterrotti sarei tornato ad un letto vero, con un tetto vero ed un materasso comodo e spazioso. Eppure tra tutte le emozioni che avrei potuto provare  mentre guardavo le nuvole correre veloci sotto le stelle, quella che ne è uscita mi ha sorpreso.
Mi sono sentito un privilegiato.
Un Fortunato e poco importa se sia stato io l'artefice del mio viaggio, la profondità di quello che ho vissuto è talmente grande che quasi mi riesce difficile pensare che non ci sia nessuno da ringraziare, per lo meno la buona stella che ha sempre guardato in giù.
Le persone che ho conosciuto, le cose che ho imparato, i luoghi in cui sono stato, le esperienze e le disavventure che mi hanno fatto crescere, tutto questo m'ha fatto sentire parte di un qualcosa di speciale, una corrente di giovani viaggiatori, di razze e idee diverse ma animati dalla stessa voglia di costruirsi un bagaglio alternativo.
Mentirei se dicessi che questo non è stato il periodo più bello della mia vita.
Come potrebbe non esserlo stato, 260 giorni di libertà assoluta,vita esplosiva ricca di stimoli a migliorarsi.
Personalmente ho lavorato tanto su me stesso, ho cercato di modellare le mie idee, di parlarmi per conoscermi meglio, non ho idea di quale sia il risultato ma l'affetto che ho sempre incontrato lungo il mio percorso mi conforta.
Ho molta curiosità di rivedere casa dopo tutti questi mesi, non riesco ad immaginare l'effetto che mi farà ma qualunque cosa mi aspetti, per un pò sarà come incominciare un nuovo viaggio.
Tra i Backpackers gira una frase ricorrente, "traveling is  addictive", viaggiare crea dipendenza, perchè oltre che essere bello e avventuroso ha potenzialità meravigliose per costruirsi un futuro e quando lo capisci fai fatica a fermarti poi.
Non ci provo nemmeno a descrivere il mio stato danimo, non riuscirei a farlo a me stesso, Però ho una convinzione, che se è vero che nella vita ogni cosa inizia e finisce è vero anche che poi ogni fine inevitabilmente cederà il passo a qualcosa ancora di nuovo. Non è dunque più facile pensare che la vita sia fatta di soli inizi?
Quindi bentornata casa, solo te in fondo permetti alle persone di ricaricarsi e ritrovare nuove energie.
Nessun altro posto ha lo stesso calore.
Poi chi lo sà, magari questa è solo la fine del primo tempo.

"C'è chi comprende e chi non comprende, caro signore. Sta molto peggio chi comprende, perché alla fine si ritrova senza energia e senza volontà. Chi comprende, infatti, dice: «Io non devo far questo, non devo far quest'altro, per non commettere questa o quella bestialità». Benissimo! Ma a un certo punto s'accorge che la vita è tutta una bestialità, e allora dica un po' lei che cosa significa il non averne commessa nessuna: significa per lo meno non aver vissuto, caro signore" cit.


Grazie a tutti coloro che si sono divertiti a seguirmi in questi mesi, spero di avervi intrattenuto meritevolmente.
Ci vediamo a casa...



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